Felicità, ma …. con tanto timore
Come scrivevo sotto il titolo “Felicità ma con tanto timore”
Finalmente il centro Nazionale Biodiversità ( formalmente National Biodiversity future Center – NBFC) inizia ad agire concretamente cercando, tra mille oggettive difficoltà amministrative e di coordinamento tra gli Spoke, di operare per realizzare studi approfonditi sulla biodiversità con una volontà governativa e con finanziamenti mai visti fin’ora in Italia. Finalmente, ripeto, il Governo si è reso conto che, anche se tardi, era arrivato il momento di investire sul futuro a lungo termine della civiltà e dell’uomo, lavorando con concretezza sulla vita sul pianeta e su tutte le forze che la condizionano. Bisogna certamente riconoscere che non è tutta farina del sacco italiano perché quando i nostri governi nazionali hanno scritto le prime bozze del progetto italiano del PNRR, è stato Bruxelles che è intervenuto mettendo in evidenza quanto scarsa fosse l’attenzione dedicata nel progetto alla Biodiversità. Il governo Draghi ha recepito e capito il senso politico “a lunga scadenza” delle sollecitazioni europee (Next generation EU) ed ha agito di conseguenza dando vita al Centro Nazionale Biodiversità composto da sette Spoke dedicati due al Mare, due alla terra, due agli ambienti urbani e uno alla comunicazione a tutti i livelli. Nel progetto originario del CNB ci sforzammo in molti per fare in modo che buona parte dell’attenzione e delle risorse del centro fossero dedicate proprio al livello base della conoscenza sulla biodiversità, la tassonomia, senza la quale tutta la ricerca successiva, diventa problematica e spesso opinabile. Sull’onda lunga del concetto di Taxonomic Impediment, che si andava diffondendo su tutte le più importanti riviste biologiche mondiali, l’italia, miracolosamente si espresse inserendo nel progetto grande interesse per la tassonomia, per le collezioni conservate nei nostri musei naturalistici e per una forte cultura della natura, così come presentata, studiata e vissuta nei nostri musei di storia naturale piccoli e grandi.
Fu enorme quindi il mio compiacimento al congresso di presentazione formale delle attività del NBFC, tenuto proprio nella giornata della biodiversità (23 Maggio 2023, Tenuta presidenziale di Castelporziano e sede centrale del CNR), nell’ascoltare l’amico e collega Francesco Frati (responsabile dello spoke tre) dichiarare con sentitissima partecipazione, direi con una evidente emozione l’attivazione dei tanto attesi bandi di interesse nazionale per la tassonomia e la biodiversità (riporto qui sopra una sua slide). Francesco Frati, rettore a Siena, peraltro entomologo e tassonomo, anche a nome di Telmo Pievani, Maria Berica Rasotto (UniPD), Gianluca Sarà (UniPA), Stefano Cannicci (UniFI) e Massimo Labra (UniMIB), parlò esplicitamente e con grande convinzione della formazione di “una nuova generazione di tassonomi, figure professionali che stanno scomparendo in tutto il mondo” assolutamente necessari oggi per conoscere e fare ricerca sugli ecosistemi, Professionisti e ricercatori da anni così trascurati in Italia.
Finalmente azioni e parole sagge, quelle di Frati (e degli altri nostri colleghi del NBFC), da scienziato concreto che sa quello che dice, solido nella conoscenza dei fatti della vita e della sua evoluzione sulla terra! Meritate davvero un plauso tutti e sei.
E vediamoli allora nel dettaglio i curricula di questi dottorati nazionali.
- Biodiversità italiana marina e soluzioni tecnologiche innovative;
- Biodiversità terrestre, d’acqua dolce e soluzioni tecnologiche innovative;
- Biodiversità urbana e soluzioni tecnologiche innovative;
- Tradurre le prove scientifiche sulla biodiversità con consapevolezza sociale e valore economico;
- Biodiversità e approccio one-health;
- Biodiversità & innovazione: business, policy, logiche sistemiche ed economia rigenerativa.
E qui chiedo a voi sei proponenti del dottorato e a tutti gli interessati che ci leggono: dove è finita la tassonomia? Certo in tutti e sei i curricula compare il termine biodiversità, ma non facciamo scherzi, vi prego; “tassonomia” sappiamo benissimo che è alla base del concetto di biodiversità, che è l’alfabeto e il necessario vocabolario della biodiversità, ma sappiamo perfettamente che il termine contiene un range elevatissimo di approcci disciplinari e di ricerca estremamente differenziati, alcuni di base e altri applicati. Ripeto, non facciamo scherzi, non facciamo, cioè, che questi tanto sospirati dottorati nazionali vadano tutti a tutt’altro che alla tassonomia. Non possiamo permetterci di perdere questo treno. Occhi aperti, quindi.
Ecco qui di seguito i dati amministrativi del dottorato nazionale.
Dottorato di Interesse Nazionale in Biodiversity, – A.A. 2023/2024 – Ciclo XXXIX, con sede amministrativa presso l’Università degli Studi di Palermo. E’ bandito il relativo concorso per progetto, titoli e colloquio le cui modalità saranno stabilite dalla commissione. Dottorande e dottorandi affronteranno la complessa transizione da ecosistemi incontaminati a ecosistemi fortemente influenzati dal disturbo antropico, al fine di promuovere la conservazione e il monitoraggio della biodiversità. (Così recita, testuale).
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